a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




CANDYMAN / TERRORE DIETRO LO SPECCHIO - recensione

Titolo: CANDYMAN / TERRORE DIETRO LO SPECCHIO
Titolo originale: Candyman
Regia: Bernard Rose
Interpreti: Virginia Madsen, Xander Berkeley, Tony Todd, Kasi Lemmons, Vanessa Williams, Marianna Elliott, Ria Pavia
Anno: 1992

Helen, una giovane studentessa universitaria, è impegnata a scrivere una tesi sulle leggende urbane. Frugando tra i classici resoconti di coccodrilli cresciuti nelle fogne e di babysitter cannibali si imbatte in una storia che riesce a incuriosirla: quella di Candyman. E' il fantasma di un uomo che al posto di una mano ha un uncino. Se qualcuno ne pronuncia davanti allo specchio il nome per cinque volte, lui appare e massacra chi l’ha chiamato. Helen, coadiuvata da una sua collega, si reca presso lo squallido condominio Cabrini Green, che sembra essere il centro di diffusione della leggenda; alcuni inquilini attribuiscono all’uomo con l’uncino anche delitti reali, documentati da articoli di cronaca nera. La giovane studentessa scoprirà a sue spese che scendere nei quartieri degradati della città in cui vive equivale a intraprendere una vera e propria discesa agli inferi, e che a volte le leggende sono reali, e uccidere è l’unico modo che hanno per farsi ricordare...

 

La trama del film viene dal racconto Il Proibito di Clive Barker (uno di quelli contenuti nei Libri Di Sangue), che figura anche come produttore. Versione di celluloide e versione cartacea differiscono in pochi elementi. Quello che spicca di più è la caratterizzazione etnica di Candyman. Se ne Il Proibito si tratta di un bianco dalla pelle giallastra, nel film è un uomo di colore. Vengono svelate anche le sue origini: figlio di uno schiavo arricchito, eccellente pittore, quando si innamorò di una ragazza bianca un gruppo di razzisti gli amputò una mano, lo cosparse di miele e lo fece pungere a morte da uno sciame di api.

 

A differenza dei vari Krueger, Myers e Voorhees, Candyman è un personaggio tormentato, che non esaurisce la sua funzione nello squartare chi gli capita a tiro. Oltre ad essere un carnefice efferato (che non disdegna di uccidere ritardati e bambini), è una vittima. Anche il suo rapporto con Helen è ambiguo, a metà tra attacco omicida e corteggiamento; è un mostro per certi versi analogo al Dracula di Francis Ford Coppola, con cui condivide un certo fascino romantico. La implora: “Sii la mia vittima”. Non siamo davanti a un semplice slasher, il sottotesto è ricco e articolato. Quest’horror raffinato sa trattare anche temi impegnati (la discriminazione, il razzismo, il degrado urbano) senza cadere nello scontato o nel retorico.

 

Bella la fotografia, che sottolinea con fredde riprese dall’alto e immagini di ambienti oscuri e sporchi la degradazione dei quartieri poveri di una grande città. Ottimo il ritmo narrativo, ottimi gli attori. La colonna sonora di Philip Glass è splendida. CANDYMAN è un piccolo capolavoro, che non lesina sangue e massacri ma punta ancora di più sulla storia e sui personaggi. Da riscoprire.



scritto da: Andrea Berneschi


comments powered by Disqus