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LEVIATHAN - recensione

Titolo: LEVIATHAN
Titolo originale: Leviathan
Regia: George P. Cosmatos
Interpreti: Peter Weller, Richard Crenna, Amanda Pays, Daniel Stern, Ernie Hudson, Michael Carmine
Anno: 1989

L’equipaggio di una base sottomarina è impegnato ad estrarre argento ed altri metalli preziosi dalle rocce nelle profondità dell’Oceano Atlantico. I minatori perlustrano i fondali indossando avveniristici scafandri, si fanno scherzi, contano i giorni che li separano dal ritorno a casa. Durante una missione, l’arrapato e ribelle Sixpack trova i resti di un sottomarino russo affondato; sulle fiancate se ne può leggere in caratteri cirillici il nome, “Leviathan”.

 

Nella cassaforte a tenuta stagna vengono rinvenuti una VHS (che contiene la drammatica testimonianza del capitano sugli ultimi giorni della nave), alcuni documenti riservati e una boccetta metallica che contiene quella che sembrerebbe essere vodka. Il problema nasce proprio da quest’ultima, che inizia a circolare di nascosto tra l’equipaggio della base mineraria e provoca orribili mutazioni in chi la beve. Che i russi fossero intenzionati a creare una nuova razza umana, adatta a vivere sott’acqua? Se questo non bastasse, la compagnia proprietaria della base mineraria impedisce ai superstiti di risalire, bloccandoli per giorni sul fondo dell’oceano.

 

La storia alla base di LEVIATHAN è molto simile a quella del primo capitolo della saga di Alien, di dieci anni più vecchio. Gli interni della base sono simili a quelli dell’astronave Nostromo, simile è la minaccia (un mostro sconosciuto in agguato) e simile è la caratterizzazione dei personaggi (operai, non scienziati o uomini d’azione). Ritroviamo atmosfere claustrofobiche, inseguimenti per i corridoi, salvataggi all’ultimo minuto. Se le vette del capolavoro di Ridley Scott restano lontane, LEVIATHAN è comunque un prodotto di qualità medio/alta, girato con un ottimo cast.

 

È buona la fotografia, e l’idea dell’ambientazione sottomarina è interessante; non avrebbe guastato una dose maggiore di originalità. La creatura, fatta di tentacoli, bocche da pesce e corpi umani assemblati insieme, non manca di regalare qualche brivido di repulsione.

Il film ebbe molto successo (fu il secondo più visto nelle sale cinematografiche nella settimana in cui uscì) ma oggi appare quasi del tutto dimenticato. I nostalgici lo rivedranno con piacere. Chi se lo perse quando uscì al cinema può dargli un’occhiata per apprezzarne i dialoghi divertenti e lo spirito di fondo tipicamente anni ’80.

 

Curiosità:

-  Il film uscì nello stesso anno di due altre pellicole ambientate nelle profondità marine: Abyss di James Cameron e Creatura Degli Abissi di Sean S. Cunningham.

-  Gli effetti speciali sono di Stan Winston, lo stesso di molti film cult degli anni ’80, tra i quali Terminator (1984), Aliens (1986) e Predator (1987).

-  Ernie Hudson, cinque anni prima di recitare in questo film, aveva interpretato uno dei quattro Ghostbusters. Meg Foster, la manager dagli occhi glaciali, ricomparirà in Le Streghe Di Salem di Rob Zombie.

-  La produzione del film è in parte italiana (la FILMAURO di Luigi e Aurelio De Laurentiis) e in parte affidata a Charles e Lawrence Gordon. Pur essendo ambientato nell'Oceano Atlantico, alcune delle scene marine sono state girate nell'Adriatico.



scritto da: Andrea Berneschi


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