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STRANGOLATORE DI BALTIMORA (LO) - recensione

Titolo: STRANGOLATORE DI BALTIMORA (LO)
Titolo originale: Chamber of Horrors
Regia: Hy Averback
Interpreti: Patrick O'Neal, Cesare Danova, Wilfrid Hyde-White, Patrice Wymore, José René Ruiz, Marie Windsor
Anno: 1966

Jason Cravatte è un assassino di giovani donne che riesce a sfuggire all’impiccagione, ma nel farlo perde una mano. Incurante dell'amputazione, si rimette all’opera a Baltimora, seguendo la sua vocazione. Ma Anthony Draco e Harlod Blount, che gestiscono una sorta di museo degli orrori e hanno una profonda passione per i gialli da risolvere, s’interessano al caso e cominciano a indagare, supportati dalla polizia locale che dopo iniziale diffidenza decide di accettare il loro aiuto. Nel frattempo Cravatte decide di mettere in atto una feroce vendetta nei confronti di chi lo aveva condannato.

 

Curioso! Nato come episodio pilota per una serie televisiva ante litteram intitolata “House Of Wax” mai andata in porto, venne distribuito nelle sale per evitare di rendere vano lo sforzo produttivo.  Le versioni della vicenda sono contrastanti: c’è chi sostiene che ad affondare il progetto fu il fatto che era stato ritenuto troppo violento per la tv e chi dice invece che le scene di sangue (ben 19 minuti in più!) furono girate per salvare il salvabile quando fu chiaro che la serie non aveva suscitato l’interesse sperato.

 

Sia come sia, LO STRANGOLATORE DI BALTIMORA in effetti, per quanto ben girato, non brilla certo di originalità, anche se è supportato da un’ottima recitazione impreziosita da un Patrick O’Neal con le physique du role. Il ritmo non è vorticoso e il deja vu contribuisce a rendere ancor più lenta una sceneggiatura purtroppo del tutto prevedibile e ambientata in una location decisamente abusata. L'espediente della mano uncinata intercambiabile è una trovata di poco conto, così come il personaggio del "maggiordomo" del museo delle cere affetto da nanismo (per altro soggetto a un paio di battute molto politically uncorrect) non ha sufficiente spessore.

 

Lieve impennata nel finale con un paio di sequenze tecnicamente ben costruite e un colpo di scena che lascia intuire nuove avventure per i nostri eroi, cosa decisamente inusuale all’epoca. 

 

Divertente la trovata pubblicitaria, in perfetto stile William Castle, che apre il film e che avverte lo spettatore riguardo al fatto che ogni scena insostenibile sarà preannunciata dal suono di una sirena e da alcuni lampi di luce. Promessa per altro mantenuta.

 

In definitiva LO STRANGOLATORE DI BALTIMORA è un film da vedere più per completezza che per un qualche valore particolare, anche se tutto sommato una serie tv così improntata avrebbe meritato maggior fortuna. Sfuggono, in effetti i motivi del rifiuto.

 

Curiosità numero 1: il regista Hi Averback ha quasi sempre girato episodi per serie televisive. Tra le più note a cui ha partecipato si ricorda Colombo, Hazzard e M.A.S.H.

 

Curiosità numero 2: Anthony Draco è ottimamente interpretato da Cesare Danova, attore italiano, nato a Bergamo e già noto nel nostro paese grazie a De Laurentis. Fece comunque fortuna negli USA, acclamato come l’Errol Flynn italiano. Danova ha lasciato la nostra dimensione nel 1992. Aveva 66 anni.

 

Curiosità numero 3: le avvertenze iniziali del fim sono della star televisiva William Conrad. Amatissimo dagli americani per il suo inconfondibile tono di voce.



scritto da: Francesco Cortonesi


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