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HELLBOUND: HELLRAISER 2 / PRIGIONIERI DELL'INFERNO - recensione

Titolo: HELLBOUND: HELLRAISER 2 / PRIGIONIERI DELL'INFERNO
Titolo originale: Hellbound: Hellraiser 2
Regia: Tony Randel
Interpreti: Ashley Laurence, Imogen Boorman, Kenneth Cranham, William Hope, Doug Bradley, Clare Higgins
Anno: 1988

Kirsty Cotton è sotto shock per quanto le è successo nel primo episodio della saga di Hellraiser, al punto che viene ricoverata in un ospedale psichiatrico, l’Istituto Chanard. La ragazza è passata attraverso esperienze estreme: ha visto tornare dalla morte suo zio Frank, è riuscita a sfuggirgli e a riconsegnarlo ai Supplizianti, i carcerieri che lo torturavano nella dimensione in cui era stato confinato; infine, impresa non meno difficile, si è salvata dalle mire che su di lei avevano i Supplizianti stessi.

 

Nell’istituto subisce l’interrogatorio di un poliziotto che ha scoperto i cadaveri nella casa di Frank e non è disposto a credere a storie di scatole magiche, demoni e portali interdimensionali. Ma le sfortune di Kirsty non sono finite. Chanard, il direttore della clinica, è solo in apparenza uno psichiatra moderno e rispettabile: in un piano sotterraneo segreto tiene rinchiusi in condizioni spaventose dei pazzi che usa come cavie; se questo non bastasse è anche un appassionato collezionista di scatole di Lemarchand. Con l’aiuto di una ragazzina autistica riuscirà ad aprire una di queste scatole e a far resuscitare Julia, la femme fatale del primo episodio.

 

Il primo capitolo della saga di Hellraiser era un horror di altissimo livello, originale, inquietante e pervaso da una palpabile atmosfera di erotismo sadomasochista; non perdeva un colpo neanche stilisticamente, tranne forse nel finale. È invece più difficile dare un giudizio netto su questo secondo episodio: ci sono delle buone trovate, una è quella di far tornare Julia (anche se, a voler essere pignoli, nel primo episodio lei non è morta su un materasso, come qui si fa credere). Un’altra intuizione felice, che poteva essere sviluppata maggiormente, è quella di scavare nel passato dei Cenobiti e di svelare la loro precedente identità umana. Scopriamo così che il nome umano di Pinhead era Eliot Spencer e che aveva militato come Capitano nell’esercito britannico durante la Prima Guerra Mondiale. A questo personaggio, indicato nei titoli di coda del primo Hellraiser semplicemente come Lead Cenobite, qui si dà maggiore spazio (una scelta che avrà fortuna e tornerà negli altri film della serie).

 

Uno dei principali pregi di HELLRAISER 2 risiede nelle immagini che presenta allo spettatore; rispetto al primo episodio il budget è aumentato, e si vede. Per le scenografie e gli effetti speciali il film in questione è tra gli horror più disturbanti e malati degli anni ’80. Abbiamo una dimensione parallela, cinque Cenobiti in cuoio nero (e quello nuovo, il Dr. Chanard, ha un suo perverso fascino), catene e uncini a volontà. Alcune scene splatter (la lobotomia, il paziente che si ferisce con un rasoio, i vecchi Cenobiti che lottano contro Chanard per il potere) sono molto riuscite. Le atmosfere (sottolineate dalla colonna sonora di Christopher Young, che gli valse un Saturn Award) sono angoscianti e probabilmente risentono di quelle del primo Nightmare (caldaie a vapore, sequenze oniriche, belati e lamenti lontani...).

 

La scelta di mantenere i personaggi e le tematiche del primo episodio senza ricalcarlo pedissequamente è ottima, ma di Hellraiser vengono a mancare alcuni degli elementi fondamentali. Se molta parte del fascino del film era dovuto alla sua forte carica di erotismo, qui c’è una certa pruderie: il dottore e Julia in versione “mummia” si scambiano solo casti bacini, una scelta che appare strana in un film che non si fa problema ad indugiare in altre scene disturbanti. Purtroppo non bastano immagini, musiche e effetti speciali a fare di HELLBOUND: HELLRAISER 2 un buon film. Mentre l’aspetto visivo funziona alla perfezione si fanno notare alcuni grossi difetti soprattutto nella costruzione dei personaggi e nelle scelte narrative.

 

Il primo episodio aveva una trama semplice, al centro della quale c’erano un tradimento e una resurrezione e allo spettatore arrivava giusto un barlume del mondo ultraterreno dei Supplizianti. Qui almeno tutta la seconda parte del film si svolge nel paesaggio labirintico dell’altra dimensione (in verità abbastanza piatto e ripetitivo) e si sofferma su strane visioni, delle quali non sempre il significato è chiaro. Molti dei personaggi appaiono mal costruiti, hanno reazioni inverosimili e non se ne capiscono le motivazioni: perché Julia si ribella al Dottor Chanard, che l’ha riportata in vita? Perché Kyle, l’assistente di Chanard, penetrato di nascosto nella casa del dottore e trovatavi una donna che non conosce ci si mette a parlare tranquillamente? Alcuni attori ci aggiungono del loro e non spiccano per la recitazione (tra questi proprio William Hope, che interpreta un Kyle dagli occhi perennemente sgranati).

 

Il ruolo di Chanard tocca all’attore shakespeariano Kenneth Cranham: il problema qui non sta nella capacità attoriale, ma nella sceneggiatura, che affida al personaggio poche parole, espressioni immobili e fredde che non riescono a spaventare né a interessare lo spettatore. Sembra che il regista a volte abbia affrontato con ansia il compito di riempire di inquadrature i minuti programmati: abbiamo ripetuti primi piani di personaggi che non spiccicano una parola, lunghi flashback presi di peso dal primo episodio, alcune scene che potevano essere risolte in modo più veloce nell’economia del film (il bendaggio di Julia, la risoluzione del puzzle della scatola, i corpi che si agitano sotto le lenzuola).

 

Un altro grosso difetto di HELLRAISER 2, forse il più grande, è la sua lentezza. Nel labirinto della dimensione ultraterrena lo spettatore si perde, ma invece di provare angoscia rischia di provare il desiderio di interrompere la visione. È un peccato, perché alcuni elementi positivi, soprattutto sul lato visivo, rimangono. La visione di questo film, in definitiva, è consigliata solo ai veri appassionati della serie (il terzo episodio è già molto più riuscito).

 

Curiosità:

- L’aspetto del cenobita Chatterer è diverso da quello che aveva nel primo episodio: qui ha gli occhi. Il nuovo look fu richiesto dall’attore che interpretava il personaggio, Nicholas Vince e scontentò molto i fan della serie.

 

- Kenneth Cranham dichiarò di avere accettato il ruolo del Dr. Chanard su insistenza del nipote, un fan sfegatato del primo Hellraiser.

 

- Alcune scene, tra cui quella della creazione del Cenobita Chanard, furono tagliate dall’edizione italiana perché ritenute eccessivamente violente.

 

- Tony Randel, il regista del film, aveva collaborato anche al primo Hellraiser. Nel 1995 ha girato “Fist Of The North Star” (destinato solo al mercato dell’home video), che ripropone le vicende del manga Ken Il Guerriero.



scritto da: Andrea Berneschi


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