a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




TORTURER (THE) - recensione

Titolo: TORTURER (THE)
Titolo originale: Torturer (The)
Regia: Lamberto Bava
Interpreti: Maria Blanco-Fafian, Elena Bouryka, Carla Cassola, Simone Corrente, Valeria Cramerotti, Emilio De Marchi, Antonella Salvucci
Anno: 2005

Sarebbe ingiusto bocciare del tutto THE TORTURER, anche se di difetti ne ha veramente tanti, a partire dalla pessima recitazione fino alla sceneggiatura, rosicata e scritta forse neanche su una cartina di Baci Perugina. Il film vive comunque un’aria di straordinaria anarchia violenta, è quasi scheggia impazzita nel panorama del cinema italiano, indefinibile ora e persino nel passato.

Certo sapere che Bava è anche il regista del miglior horror nostrano anni ‘80, Demoni, lascia basiti. Ma in unepoca di stupide commedie e di imbelli gialli argentiani non c’è altro da fare che alzarsi e applaudire questo THE TORTURER. Che delusione però vedere i grandi maestri del passato barcamenarsi come pesci morenti nella speranza di tornare ai fasti del passato.

 

E pensare che l’originale sceneggiatura di Dardano Sacchetti era un gioiello di suspense, ma le vie del Signore sono infinite, e il regista, con la complicità di due oriundi sceneggiatori, azzera la trama per creare quasi un non sense di immagini sadiche. In questo potremmo trovare le tracce e la volontà di echeggiare i fumetti horror erotici degli anni 70 tipo Zora o Wallestein.

Avevamo lasciato Lamberto Bava nel 1992 con un bel giallo, Body Puzzle, forse l’ultimo grande thriller italiano. E a distanza di quasi quindici il regista romano ci riprova.Ma i tempi non sono più gli stessi. Intendiamoci, la regia di Bava non è pessima, penalizzata solo dall’uso del digitale al posto dell’amata pellicola, fatta di soggettive frenetiche, di mdp impazzite tra i corridoi di una villa, di una grazia quasi pittorica nel rappresentare la morte come incisioni medioevali.

 

THE TORTURER poteva essere molto interessante, grazie al suo estro visionario. Purtroppo però gli attori  (con il labiale italiano falsato rispetto all’originale recitazione inglese) e soprattutto la storia di veline e di uno scrutatore con vezzi da inquisitore medioevale, fanno cadere anche le cose buone nel repellente patetismo.

Di sicuro la seconda parte è anche la migliore, con quell’accoltellamento sadico ai danni di una cameriera troppo curiosa, con quella sciabolata sul viso della prima velina, con i chiodi infilati a forza nel seno della seconda e il piercing strappato alla terza.



scritto da: Andrea Lanza


comments powered by Disqus