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CASA (LA) - recensione

Titolo: CASA (LA)
Titolo originale: Evil Dead
Regia: Fede Alvarez
Interpreti: Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore, Phoenix Connolly, Jim McLarty
Anno: 2012

Ci sono film che assumono importanza più per quello che rappresentano che per le loro effettive qualità intrinseche. LA CASA, remake del celebre gioiellino firmato da Sam Raimi nel 1981, è uno di questi. Il momento di crisi che sta vivendo il cinema horror, sancito di recente da un’opera tanto originale quanto “definitiva” come Quella Casa Nel Bosco di Drew Goddard, spiega l’oceano di parole per lo più entusiastiche che ha sommerso il film di Fede Alvarez. Ne LA CASA versione 2013 si è voluto vedere a tutti i costi la rinascita di un genere che, scrollandosi di dosso i giochetti meta-cinematografici, le tentazioni parodistiche e la destrutturazione post-moderna che da Scream fino a oggi ne hanno progressivamente inquinato l’essenza, punta a riscoprire la propria vocazione principale: creare puro e semplice spavento.

 

Il film di Alvarez di spavento ne vuole creare a bizzeffe, senza risatine e senza ammiccamenti, ed è una scelta di campo che suona ancora più spavalda considerando quanto l’originale fosse invece caratterizzato da una commistione (per l’epoca molto innovativa) di horror e comicità. Il regista uruguaiano sceglie dunque di rispettare alla lettera quasi tutti gli snodi narrativi del film di Raimi ma di differenziarsene nel tono, che risulta teso e serio, senza momenti di leggerezza. Ma, appurato che siamo finalmente di fronte a un horror “duro e puro”, bisogna pur sempre chiedersi se i suoi meriti vadano oltre a questa benemerita presa di posizione. Alla prova dei fatti è forse il caso di ridimensionare un po’ la portata di un film solido, onesto e ben girato che però, scansato il rischio mortale del metacinema da quattro soldi, non riesce a evitare del tutto quello della banalità e del già visto.

 

Intendiamoci: siamo comunque ben sopra la media dei remake hollywoodiani fatti con lo stampino a cui siamo stati abituati nell’ultimo decennio. I 90 minuti del film scorrono tesi e palpitanti e potrebbero perfino regalare qualche momento di paura genuina agli spettatori meno navigati. A fronte di uno script insipido a livello di caratterizzazione dei personaggi Alvarez mostra un bel talento nella rappresentazione visiva dell’orrore e nella progettazione accurata delle sequenze di paura; basti vedere com’è attentamente congegnato, ed esteticamente affascinante, il duello finale sotto un cielo grondante di sangue.

 

Ma il problema di fondo resta sempre quello: ha senso riproporre nel 2013 un traliccio narrativo basic che non solo era stato trattato alla perfezione da Raimi, ma che ormai ci è stato riproposto in ogni possibile salsa da tre decenni di storia del cinema e di cui Quella Casa Nel Bosco ha rappresentato la destrutturazione definitiva? Apprezziamo lo sforzo di ripartire dalle basi, dall’horror sanamente malato di una volta. Ma è difficile negare che, anche se cotta alla temperatura giusta e insaporita con le migliori spezie, non si tratti pur sempre di minestra riscaldata.



scritto da: Jacopo Rossi


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