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BEM: IL MOSTRO UMANO - recensione

Titolo: BEM: IL MOSTRO UMANO
Titolo originale: Yokai Ningen Bem
Regia: Saburo Sakai, Nobuhide Morikawa
Interpreti:
Anno: 1968

Nel 1968 in Giappone nacque una serie destinata a entrare nella storia del brivido. Nessuno in quel momento si aspettava un anime di quella risma, tanto che Yokai Ningen Bem indignò non poco diversi genitori. Già, perché ormai è cosa nota che i famigerati "cartoni animati giapponesi" (così venivano chiamati dalle nostre mamme, che spesso e volentieri storcevano il naso quando ci vedevano incollati davanti alla tv) non necessariamente sono prodotti destinati ai bambini. Eppure, questa serie era invece pensata proprio per i fanciulli, anche se nel corso degli anni in tanti l'hanno bollata come "diseducativa". A ben guardare però, BEM IL MOSTRO UMANO (questo il titolo italiano, ma nel Belpaese approderà soltanto negli anni '80, trasmesso a ripetizione dalle più svariate tv locali) trabocca di buoni insegnamenti.

 

Bem Bero e Bera sono tre spettri, una specie di famiglia a tutti gli effetti. In realtà non hanno reali vincoli di parentela, ma il nucleo che formano è molto simile a una tipologia piuttosto comune soprattutto nell'immaginario del passato: Bem è il capofamiglia, il più saggio, colui che prende le decisioni più importanti. E' lui che comanda e gli altri due apprendono e imparano. Bera è qualcosa di molto simile a una moglie, più debole (fisicamente) del marito (in quanto donna) ma con un carattere che le consente di cavarsela da sola, senza dipendere da Bem: qualcuno dal linguaggio un po' vetusto direbbe "una donna emancipata". Io che non amo molto questa parola (che rimanda inevitabilmente ai tempi delle lotte femministe) preferisco inquadrarla come un'entità che lotta per la giustizia e per combattere i soprusi. Di buono in questa serie, c'è che non ci sono differenze sostanziali fra uomo e donna: la bontà e la cattiveria non hanno volto, le donne spesso sono più scaltre degli uomini e i mostri a volte sono di sesso maschile, altre volte femminile. Più equo di così... Infine, a completare il terzetto di spettri c'è Bero, che ha l'aspetto di un ragazzino un po' ingenuo e ficcanaso. Saranno tante le situazioni in cui sarà costretto a chiedere aiuto a Bem o a Bera per togliersi dai guai, perché il piccolo spettro apprende bene, ma non è ancora così smaliziato da riuscire a inquadrare velocemente i pericoli più grossi.

 

La serie è composta da 26 episodi autoconclusivi in cui i tre spettri cercano di tirare fuori dai guai persone innocenti che si trovano a dover fare i conti con mostri, forze infernali, criminali assassini e antiche maledizioni. C'è davvero di tutto e le avventure vissute dai personaggi si ispirano anche a vecchie leggende o a situazioni tipiche dell'horror occidentale. Ecco una analisi sintetizzata alla massima potenza.

 

MAMME MOSTRUOSE

 

Il pericolo molto spesso è proprio accanto a noi e fa finta di volerci bene. Ecco perché in più di un episodio le mamme premurose (o le matrigne) di ignari bambini si rivelano in realtà donne avide di denaro pronte a vendere i figli a qualche delinquente, in cambio di soldi o di gioielli. Oppure, molto più semplicemente, la mamma di un bimbo dolcissimo potrebbe essere una strega che non vede l'ora di mangiarselo, vittima a sua volta di una maledizione.

 

INGANNI E FINTE PROMESSE

 

Le persone vittime di malefici di solito vengono prima ingannate dalla forza infernale di turno: Satana promette ricchezza ma in cambio chiede il cuore (o le budella, a seconda del doppiaggio a cui si fa riferimento) e c'è anche una donna che fa sacrifici al Maligno sperando così di poter diventare bella. Spesso, sono i bambini a essere usati come esca per ingannare ignari genitori o persone destinate alla morte. Come dire che il Male si serve dell'ingenuità e della purezza per attecchire.

 

LOCATIONS

 

Varie e molto diversificate, anche se con tanti elementi ricorrenti. Gli alberi che si vedono in giro sono sempre stecchiti e le case diroccate e sinistre. Le storie si snodano tra scorribande in qualche sperduto villaggio maledetto o in moderne cittadine, ma non mancano incursioni in musei, navi, paludi, boschi, teatri. C'è perfino un episodio che racconta di una speculazione edilizia effettuata in prossimità di un'autostrada che dà il via a una fila di finti suicidi.

 

SCIENZIATI PAZZI, ARTISTI INCOMPRESI E ALTRI CLASSICI DEL CINEMA E DELLA LETTERATURA

 

Potevano mancare i mad doctors in Bem? No ovviamente... C'è lo scultore pazzo che crea bellissime statue usando cadaveri e poi le espone in varie piazze di una non meglio identificata cittadina (palese il riferimento alla Maschera Di Cera), c'è lo scienziato esperto in cloni umani che riesce a dar vita a una donna uguale a Bera e in un episodio si narra di una carpa intrappolata dentro a una campana nel fondo di un lago. Miti orientali e occidentali quindi: non mancano nemmeno le mummie e un lupo mannaro.

 

I DELINQUENTI

 

Gli uomini cattivi che insidiano i bambini o gli adulti indifesi, assomigliano a gangsters in stile Al Capone oppure sono residuati da bettola, alcolizzati e legati al malaffare. Spesso vengono usati da forze infernali per portare a termine azioni malvagie ai danni di terzi, oppure sono loro stessi vittime di demoni o entità. I tratti del cattivo sono sempre ben delineati: sigaretta in bocca, cappello (anche coppola) e sguardo torvo. Usano pistole, coltelli e anche catene per combattere o per intimorire chi gli si para davanti.

 

LA BRUTTEZZA FISICA

 

Ci sono persone in BEM IL MOSTRO UMANO che uccidono per invidia, accecate dal rancore. Conoscono bene la differenza tra amore e compassione, ma l'odio che hanno addosso è più forte di tutto il resto. Anche per loro di solito però c'è una brutta fine, perché l'insegnamento che ne deriva (e il bambino che guarda questo anime lo apprende in tutta la sua forza) è forte e chiaro: essere sfortunati nella vita non è un lasciapassare per avere il diritto di odiare gli altri. In altre parole, se sei brutto non hai nessuna giustificazione per essere anche cattivo. E così, dopo che anche Bem Bero e Bera verranno puntualmente allontanati da chi li considera mostri e non coglie l'animo buono che hanno, sarà facile apprendere un altro suggerimento piuttosto diretto: nella vita si deve sempre e comunque operare per il bene di chi si ha accanto e, anche se a volte gli altri non ci capiscono o ci puntano il dito non deve avere importanza. L'importante è sapere di aver fatto la cosa giusta. Questo tanto per dire che BEM non è affatto diseducativo, mi pare...

 

GLI EPISODI PIÙ ESTREMI

 

E' normale che in una serie formata da storie autoconclusive il risultato sia altalenante. Qualche episodio funziona benissimo, altri si lasciano guardare senza entusiasmare e qualcuno (a onor del vero, molto raramente) non convince troppo. Se il livello dell'operazione visto nella sua integrità è comunque molto alto, sono tre gli episodi che spingono molto sul pedale della violenza, del raccapriccio e della crudeltà gettata senza lesinare. Il primo è sicuramente quello intitolato LA CANDELA DEL DIAVOLO (6), in cui vediamo un gruppo di uomini attirati in un misterioso tempio da una donna servitrice di Satana. Le vittime assistono a mostruosità piuttosto insistite, poiché davanti all'altare del Demonio (cosparso di sangue) sfilano varie nefandezze, tipo una gallina decapitata e un uomo che si scioglie. E' forse l'unico episodio che mostra un po' di liquido rosso, perché per il resto lo splatter è bandito. Il secondo episodio degno di essere ricordato per la crudezza della storia è LA PARRUCCA MALEDETTA (21), dove alcune donne vengono schiavizzate, brutalizzate, costrette ai lavori forzati e impiccate (!) da un uomo in divisa che ha tutta l'aria di essere un nazista. Tutto farebbe pensare a un campo di concentramento in cui le ragazze ebree, malvestite e sofferenti sono costrette alla morte e alla fatica da un ufficiale delle SS: divisa, stivali neri, cappello e frusta. Manca la svastica, ma è come se ci fosse...

 

BEM IL MOSTRO UMANO si chiude col massimo della cattiveria: l'ultimo episodio, il numero 26, racconta di due donne che se ne vanno in giro in città ipnotizzando persone trovate a caso. Rapite e rinchiuse in una squallida stanza, le vittime verranno private della loro anima per motivi non meglio identificati (conquista dell'immortalità?). La storia è feroce, anche perché a quanto pare Bem Bero e Bera sono alle prese con mostri una volta tanto più forti di loro. Ma è il finale a essere davvero cattivo, quel finale che chiude in bellezza una delle serie animate più trasgressive e sorprendenti di sempre.



scritto da: Federico Lazzeri


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