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NICOLAS EYMERICH, INQUISITORE - recensione

Titolo: NICOLAS EYMERICH, INQUISITORE
Titolo originale: Nicolas Eymerich, Inquisitore
Regia: Valerio Evangelisti
Interpreti:
Anno: 1994

Texas, oggi: il fisico Marcus Frullifer ha ideato il progetto di un’astronave psitronica, alimentata cioé dalla forza della mente dei suoi occupanti. La comunità scientifica lo considera un ciarlatano; le sue idee sembrano invece interessare agli esponenti di un partito dell’estrema destra cristiana.

In orbita attorno alla Luna, 2194 d.C.: l’astronave psitronica Malpertuis è in partenza per una missione diretta verso un lontano pianeta, dal quale dovrà tornare con un carico imprecisato. Tra l’equipaggio si aggira un inquietante abate.

Regno d’Aragona, 1352 d.C.: il frate domenicano Nicolas Eymerich, appena nominato inquisitore generale, indaga su un mistero che ruota attorno al ritrovamento di cadaveri deformi di neonati, a strene apparizioni nel cielo, sopravvivenze di antichi culti pagani, una congiura in cui sembrano implicati membri della stessa famiglia reale.

 

 

Nicolas Eymerich, inquisitore, vincitore del Premio Urania 1993, è la prima opera narrativa pubblicata da Evangelisti. Fino a questo momento l’autore, laureato in Scienze Politiche, si era dedicato alla carriera accademica, alla scrittura di saggi storico-politici e all’attività di funzionario del Ministero delle Finanze.

 


Una delle maggiori attrattive di questo romanzo risiede nella vivida rappresentazione della Spagna medievale. Si sente che l’autore proviene da studi storici, e che ha un vero interesse per la materia, della quale non gli sfugge niente, a nessun livello: la mescolanza di cristiani, mori ed ebrei, lo spopolamento dovuto alla peste del 1348, le dinamiche interne agli ordini monastici, la lotta dell’aristocrazia per ottenere maggiore autonomia dal potere regio. Perfino i richiami agli antichi culti pagani sono antropologicamente accurati, con riferimenti a Il ramo d’oro di Frazer.

Chi legge viene trasportato in uno scenario nel quale il verosimile (la descrizione della vita quotidiana, la rappresentazione della crisi politica e sociale) si alterna in modo coerente con le irruzioni del fantastico. Siamo molto vicini, se vogliamo, alle caratteristiche di quello che molti anni dopo, nel 2008, verrà chiamato New Italian Epic: rifiuto del puro divertissement, impegno etico, rappresentazione di ambientazioni storiche da punti di vista anomali, ricorso all’ucronia, attitudine “pop”.

Bisogna dire che la trama e le ambientazioni del presente e quella del futuro, accessorie a quella principale, risultano leggermente più deboli alla lettura, ma in effetti a queste viene dedicato meno spazio.

 

 

Il punto centrale di interesse di questo romanzo, quello che ne ha decretato il successo, sta nel personaggio dell’inquisitore.

Nicolas Eymerich è realmente esistito: catalano, nato a Gerona nel 1320 e morto nel 1399, frate dell’ Ordine dei Domenicani, autore del trattato Directorum inquisitorum. Evangelisti lo reinventa come personaggio letterario, inserendolo in un mondo complesso, costantemente minacciato dall’intervento di forze diaboliche, e gli dona una tormentata psicologia.

Eymerich è un uomo dal carattere duro e schivo, figlio del suo tempo, abituato alla vista della morte, della malattia, del sangue. Ha un forte disgusto per la debolezza propria e altrui, ha paura della folla e nutre una vera e propria fobia per il contatto fisico; in più, è apparentemente incapace d’amore e di compassione. Quello che lo salva, agli occhi del lettore, è che si muove in un mondo molto peggiore di lui, segnato dalla violenza, dalla sopraffazione, uno scenario cupo nel quale non ci si può fidare di nessuno. Al pari degli altri personaggi Eymerich è sottoposto all’arbitrio dei potenti, senza che esista garanzia di leggi o (meno che mai) di diritti umani a cui appellarsi. Nonostante tutto questo, l’inquisitore riesce a restare fedele a un suo codice morale. Non perseguita gli eretici per odio cieco e fanatismo, e neanche per interesse: crede alla sua missione, e si dedica con tutte le sue forze a mantenere forte il potere della Chiesa (che dal suo punto di vista è l’unica ancora di salvezza per l’umanità tra pestilenze, rivolte, disgregazione del poteri temporale), combattere il Diavolo e i suoi adepti. Ha a disposizione solo due armi: il suo coraggio e la sua intelligenza di investigatore.

 

 

Il romanzo ha un buon ritmo narrativo, la scrittura è semplice, efficace, coinvolgente; sono presenti delle piccole ingenuità nello scioglimento di alcune situazioni e in alcuni dialoghi, ci sono poi delle parti innegabilmente deboli (il viaggio nel cosmo a bordo della Malpertuis), ma sono difetti che gli si possono perdonare, proprio in quanto opera prima. Le scene di tortura, le apparizioni mostruose e il massacro degli eretici sono elementi che conferiscono a questo libro pieno diritto di cittadinanza all’interno del genere horror, ma per lo sviluppo di idee migliori e più inquietanti bisognerà aspettare i successivi romanzi del ciclo.

 

Ecco i titoli:

Nicolas Eymerich inquisitore (1994) – ambientato nel 1352

Le catene di Eymerich (1995) – ambientato nel 1365

Il corpo e il sangue di Eymerich (1996) – ambientato nel 1354

Il mistero dell’inquisitore Eymerich (1996) – ambientato nel 1358

Cherudek (1997) – ambientato nel 1360

Picatrix, la scala per l’inferno (1998) – ambientato nel 1361

Il castello di Eymerich (2001) – ambientato nel 1369

Mater Terribilis (2002) – ambientato nel 1362

La Sala dei Giganti (2006), pubblicato in esclusiva come allegato alla guida Studiare a Padova dell’Università di Padova – ambientato nel 1366

La Luce di Orione (2007) – ambientato nel 1366

Rex Tremendae maiestatis (2010) – ambientato nel 1372

Eymerich risorge (2017) – ambientato nel 1374 

 

 

Nicolas Eymerich compare anche nel racconto:

Venom, in Metallo Urlante (1998) – ambientato nel 1353

 


All’inquisitore è dedicata anche una serie a fumetti:

La furia di Eymerich (2003), Mondadori – disegni di Francesco Mattioli

La dea. Nicolas Eymerich inquisitore (2003), Bande dessinée – segni di David Sala

Il corpo e il sangue di Eymerich (2007), Bande dessinée – disegni di David Sala 

 

 

Per finire, il videogioco Nicolas Eymerich, Inquisitore: La Peste (2012) riprende il personaggio della serie letteraria e lo mostra alle prese di un’avventura scritta da Ivan Venturi in accordo con Valerio Evangelisti.

Si tratta del primo videogioco della storia ad essere stato doppiato completamente anche in latino; ne esiste una versione “audiogame” che lo rende completamente giocabile anche da persone cieche e ipovedenti. 



scritto da: Andrea Berneschi


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