a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




SHEITAN - recensione

Titolo: SHEITAN
Titolo originale: Sheitan
Regia: Kim Chapiron
Interpreti: Vincent Cassel, Roxane Masquida, Olivier Barthelemy, Nico Le Phat Tan, Leïla Bekhti, Ladj Ly, Julie-Marie Parmentier
Anno: 2006

SHEITAN è un'opera prima strabiliante.  Merito del regista Kim Chapiron e del camaleontico e luciferino Vincent Cassel.

SHEITAN funziona né più né meno come Wolf Creek: una prima parte travestita da commedia, serve per far arrivare lo spettatore all'ultima mezz'ora, infarcita di terrore estremo e violenza inaudita. Le differenze fra i due film non sono poche però: quello dell'australiano Greg McLean era poca cosa, sopravvalutato dai più e non aggiungeva nulla alle varie storie ispirate a Non Aprite Quella Porta.

Questo invece è un horror dall'equilibrio perfetto, fantasioso, malato, inquietante, mai noioso neppure quando prepara minuziosamente la tempesta durante l'apparente quiete. Chapiron ricorda a tratti il Gaspar Noè di Irreversibile e sorprende che questa sia la sua opera prima. C'è un uso delle bambole che ricorda Spasmo di Umberto Lenzi e un'atmosfera malata che evoca non poco il bellissimo e disperato Calvaire.

A far da cornice alla vicenda c'è una componente fiabesca, si parla di Satana (Sheitan è il diavolo in siriano), senza però fare uso di elementi fantastici, a base di piedi caprini e possessioni con voci gutturali.
Il diavolo stavolta è quasi un cancro che mina i rapporti interpersonali, è presente nel figlio che deve nascere, nella violenza che muove i personaggi, nell'oscenità di un incesto che ha lo stesso volto di Cassel


SHEITAN è un film che arriva forte come un pugno allo stomaco, che non lascia indifferenti e che offe più chiavi di interpretazione.  Da notare il cammeo della Bellucci in versione vampirica e una straordinaria Roxane Mesquida, bellissima e terribilmente inquietante. Ma è Vincent Cassel a reggere il film, con un sorriso da contadino scemo che nasconde abissi di indicibile follia.

 

da Oscar.



scritto da: Andrea Lanza


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