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A VENEZIA... UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING - recensione

Titolo: A VENEZIA... UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING
Titolo originale: Don't Look Now
Regia: Nicholas Roeg
Interpreti: Donald Sutherland, Julie Christie, Hilary Mason, Clelia Matania, Giorgio Trestini, Nicholas Salter, Bruno Cattaneo
Anno: 1973

All’origine ci sono i toni cupi e cimiteriali di Daphne Du Maurier, la scrittrice inglese le cui opere hanno ispirato svariati film di Alfred Hitchcock. Nel 1973 Nicholas Roeg (già stimatissimo direttore della fotografia con Corman, Lester, Truffaut) si serve di un suo racconto per imbastire questo psico-thriller dai risvolti paranormali, stilisticamente raffinato, complesso come un puzzle, destinato a diventare un piccolo classico del genere e a esercitare una sotterranea ma inconfutabile influenza su schiere di registi in tutto il mondo.

 

A VENEZIA... UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING (il titolo italiano è un brutto cimelio trash dell’epoca…) ha una trama tanto lineare quanto indecifrabile. I coniugi inglesi John e Laura Baxter hanno subito la perdita della figlioletta in un incidente e si sono trasferiti a Venezia per elaborare il lutto. La presenza di una veggente cieca che predice a John una brutta fine, le apparizioni di una misteriosa bambina in impermeabile rosso, una strana catena di delitti e soprattutto le paranoie e le angosce dei due malcapitati, faranno lentamente precipitare la situazione verso un finale fra i più scioccanti della storia del cinema.

 

Il tutto sullo sfondo di una Venezia mai così intricata e plumbea, dove i vicoli bui, le calli decrepite e le chiese abbandonate sembrano l’inquietante materializzazione dell’inconscio turbato dei protagonisti: Roeg, esponente (insieme a registi come Russell, Jarman, Greenaway) della corrente più visionaria del cinema britannico, ha trasformato la ghost story della Du Maurier in un’autentica esperienza sensoriale, non per tutti i gusti ma di certo unica nel suo genere.

 

La forza del film sta nell’aver caricato gli eventi (pochi) della trama di un’indecifrabilità allusiva e misteriosa, che rimanda continuamente a un qualcos’altro che però nemmeno il finale shock svelerà a pieno. Le ellissi, i buchi narrativi, le false piste di cui è costellato il film sembrano fare di tutto per scoraggiare un’interpretazione razionale.

 

D’altro canto, l’uso originale, spiazzante, quasi subliminale del montaggio suggerisce di continuo connessioni, interpretazioni, rimandi, premonizioni (si veda il leit-motiv del colore rosso) che fanno di A VENEZIA... UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING una specie di puzzle dove sta all’intelligenza dello spettatore rimettere insieme le varie tessere. Il rischio dell’intellettualismo è sempre in agguato, ma è comunque difficile rimanere indifferenti di fronte a uno stile di regia tanto creativo e inconfondibile, capace di costruire un’atmosfera di tensione ininterrotta senza ricorrere agli effettacci e alla violenza.

 

Ben interpretato da due bravi attori come Julie Christie e Donald Sutherland (protagonisti di una scena di sesso all’epoca molto chiacchierata), resta probabilmente il film migliore mai girato dal discontinuo Roeg. Inevitabile poi domandarsi se certe invenzioni successive di venerati maestri come Dario Argento o David Lynch non derivino proprio da questo titolo.



scritto da: Jacopo Rossi


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