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AI CONFINI DELLA REALTA' - recensione

Titolo: AI CONFINI DELLA REALTA'
Titolo originale: TWILIGHT ZONE (THE)
Regia: Rod Serling
Interpreti:
Anno: 1959-1964
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Se vogliono un western convenzionale si rivolgano ad uno scrittore convenzionale

 

E’ in un certo senso questa dichiarazione rilasciata alla stampa da Rod Serling nel 1966 a dare un idea del tipo di storie che scintillavano continuamente nel cervello di uno dei più grandi creativi che il piccolo schermo abbia mai arruolato e che finivano, sotto forma di sceneggiatura, nella nostra dimensione. Difficile non restare affascinati dalla geniale schizofrenia creativa di una mente così splendidamente forgiata per la allora nascente televisione americana, vero simbolo della Nuova Frontiera del XX secolo e ancora lontana da essere lo sfasciato specchio di vite insulse catturate da telecamere dallo sguardo pornografico.

Nessun dubbio del resto nel riconoscere in Serling uno dei massimi esempi dei più puri ideatori di storie non convenzionali; un uomo in possesso di una tecnica magistrale e senza dubbio dotato di un immaginazione fuori del comune.

 

Ad ogni modo però, quando il 2 Ottobre 1959 andò in onda il primo episodio di Ai Confini della Realtà, nessuno, neppure chi conosceva Serling molto bene, avrebbe potuto minimamente immaginare che di lì a poco quella sarebbe divenuta la serie di fantascienza con maggior successo di pubblico in assoluto nella storia della televisione.

 In effetti l’idea di dare agli spettatori un appuntamento settimanale con una “regione intermedia tra la luce e l’oscurità” sembrava nata sotto cattiva stella, se si considera che la CBS aveva acquistato ma archiviato fino a data da destinarsi The Time Element la puntata pilota presentata da Serling.

Fu però proprio The Time Element,  adattato dallo stesso Serling per la serie Westinghouse Desilu Playhouse, a spalancargli nel 1959 le porte della produzione e in breve Ai Confini della Realtà andò in cantiere per approdare il 2 Novembre 1959 sugli schermi americani con uno degli episodi più belli della prima stagione: La Barriera della Solitudine.


La serie fu subito un successo e il merito ricadde su Serling prima di tutto e poi sugli altri ideatori delle storie. In effetti in Ai Confini della Realtà l’autore del soggetto si dimostrò sempre molto più importante dei registi che si avvicendarono dietro la macchina da presa, costretti, per mantenere lo standard qualitativo, a sacrificare parte della loro capacità creativa a vantaggio di un taglio più narrativo del prodotto.

Basati soprattutto sul colpo di scena finale, gli episodi della 1 Stagione furono firmati quasi esclusivamente da due illustri scrittori oltre che da Serling stesso ovvero il geniale  Richard Matheson e il dark Charles Baumont.  In effetti solo l’episodio Miele Amaro fu scritto da Robert Presnell Jr già autore del celebre film Timbuctù e destinato a divenire sceneggiatore di alcuni tra i più grandi classici del drammatico americani.

Molti furono gli episodi della stagione 1 che fecero storia, tra i quali ricordiamo i famosissimi e bellissimi Tempo di Leggere, Al Denton nel Giorno del Giudizio, Solitudine, Terzo dal Sole e Ore Perdute.

 

Naturalmente non tutte le idee si dimostrarono straordinarie, anche perché la serie cercò di accontentare una sempre più vasta fetta di pubblico, orientando a volte le storie anche sul melenso spicciolo e tralasciando il fantastico vero e proprio.

Fortunatamente però Ai Confini della Realtà si mantenne sempre su livelli decisamente alti e molte delle idee presentate si trasformarono successivamente addirittura in cliché, tanto vennero saccheggiate e abusate da altri sceneggiatori hollywodiani e non.

In Italia la serie approdò il 14 Aprile del 1962 con Tempo di Leggere e fino al 1971, nonostante le varie repliche annuali, solo 12 furono gli episodi trasmessi della 1 Stagione che invece ne contava ben 36.

Dopo il grande successo ottenuto, la firma del contratto per una nuova serie di episodi fu praticamente una formalità e furono in molti a cercare di approfittare dello straordinario momento, tra cui gli editori della Dell Comics che strapparono un esclusiva per pubblicare il fumetto omonimo.

 

Serling, dal canto suo, pubblicò il secondo volume dei racconti da cui avevano avuto origine gli episodi, ottenendo ancora una volta un successo al di là delle più rosee aspettative. Nel frattempo all’originale team di creativi si aggiunse anche George Clayton Johnson che firmò il bellissimo “I pensieri degli altri” la cui regia fu affidata a James Sheldon  già accreditato regista televisivo e destinato ad una folgorante carriera. Inutile dire che i produttori capirono immediatamente l’importanza di mantenere in vita la gallina dalle uova d’oro e non fecero mancare agli spettatori alcune gustose primizie, tra cui una nuova sigla con tanto di colonna sonora composta per l’occasione dal francese Marius Constant e soprattutto un nuovo geniale modo di introdurre gli episodi da parte di Serling che venne fatto comparire in video proprio sulla scena dove si svolgeva la vicenda.

 

I famelici produttori della CBS decisero però di cercare di abbattere i costi e ridussero il numero delle puntate da 36 a 29, registrando sei di queste su nastro magnetico, tecnica all’epoca del tutto sperimentale e notevolmente limitata. Il tentativo non risultò vincente e in breve si decise di abbandonare l’idea anche a causa della qualità decisamente inferiore della fotografia ottenuta. Alla fine della seconda stagione comunque, Serling si portò a casa un Emmy come miglior sceneggiatore mentre George T. Clemmens se lo guadagnò come miglior direttore della fotografia. Considerate le difficoltà incontrate fu quindi un successo di dimensioni inaspettate, tanto che la CBS meditò sulle prime di portare la durata di ogni puntata da mezz’ora ad un ora, anche se poi l’idea venne accantonata e si decise solamente di dar vita a 37 nuovi episodi.

 

Per cercare di innestare ulteriore linfa vitale alle storie, la CBS arruolò nuovi scrittori che andarono ad aggiungersi al già ottimo team di cui disponeva e tra questi fu inserito addirittura Ray Bradbury che scrisse stranamente un solo episodio anche se si trattò niente meno che de Il corpo elettrico,  senza dubbio uno dei più memorabili dell’intera operazione.

Incredibilmente però il 1962 si concluse con una grossa delusione per il canale televisivo americano che non riuscì a trovare in tempo uno sponsor per la quarta stagione e fu costretto a dare la precedenza ad un altro progetto.

Serling, visto ciò che stava succedendo, decise di prendersi un po’ di riposo, si trasferì a Yellow Spring e si dette all’insegnamento ottenendo una cattedra di scrittura per la televisione. La CBS, dopo qualche tentennamento, pensò di correre ai ripari per non rischiare di perdere una così ottima fonte di guadagni e stanziò i fondi per produrre almeno diciotto episodi di un ora, cercando di riappropriarsi soprattutto della penna di Serling.

 

L’ideatore di Ai Confini della Realtà inizialmente rifiutò l’offerta, ma poi finì per comprendere che ciò avrebbe significato nient’altro che lasciare la sua creatura in mano a qualcun altro e accettò quindi di firmare un contratto per una se pur più ridotta collaborazione. L’impostazione di quelli che si rivelarono essere dei veri e proprio mini film di fantascienza subì però qualche modifica rispetto a quanto si era visto nelle due precedenti stagioni, soprattutto perché la nuova residenza di Serling rese impossibile la sua presenza sul set e si tornò quindi ad un introduzione più neutra e meno contestualizzata. Il nuovo produttore optò per puntare soprattutto sugli sceneggiatori della prima stagione, confermando quindi oltre a Rod Serling, Richard Matheson e Charles Beaumont.

 

Nonostante l’ottimo lavoro dei registi e l’ottima fotografia di Clemmens che tornò a far parte del gruppo però, Ai Confini della Realtà non riscontrò i favori del pubblico che si trovò spaesato davanti alla nuova dimensione degli episodi e l’audience in poco tempo calò considerevolmente facendo scivolare la creatura di Serling verso quella che di lì a poco sarebbe stata l’inevitabile chiusura.

La CBS volle comunque produrre ancora una stagione tornando alla formula originaria e riuscendo a regalare un canto del cigno degno di questo nome agli appassionati. Molti dei 36 episodi che approdarono negli schermi televisivi divennero infatti dei veri e propri classici della fantascienza anche se il numero degli ascolti non salì come alla CBS ci si aspettava e quindi la serie venne cancellata.

 

Lo stesso Serling, ormai provato da anni di battaglie con i finanziatori dei suoi progetti, si scoprì molto meno motivato di quanto avrebbe voluto e gli screzi che il suo grande amico Richard Matheson ebbe con alcuni registi nel corso della quinta stagione, non contribuirono a farlo insistere più di tanto. Del resto era in lui ormai maturata l’idea di proporsi a nuove emittenti con un nuovo progetto strutturato nella stessa maniera di Ai Confini della Realtà, ma dai contenuti decisamente più orrorifici, quindi senza troppi rimpianti si congedò.

 

In seguito Serling offrì all’emittente ABC un nuovo pacchetto di storie per un programma idealmente intitolato Rod Serling’s Wax Museum. Purtroppo la ABC dopo qualche riflessione decise di non accettare la proposta e l’ipotesi di produzione, che  a tutta prima sembrava cosa fatta, sfumò Riuscì comunque a realizzare per i suoi vecchi produttori della CBS una serie western piuttosto originale intitolata The Loner,  che però quasi subito sembrò troppo colta per il tipo di pubblico alla quale era diretta. L’emittente decise quindi di interromperla dopo solo 26 puntate, mandando su tutte le furie Serling che si vide praticamente messo da parte.

 

Nonostante questo il Nostro non si perse d’animo e iniziò a lavorare anche per il mondo del cinema, firmando tra l’altro la sceneggiatura di Il Pianeta delle Scimmie insieme a Michael Wilson che curò l’ultima stesura per cercare di limare le tante componenti futuristiche che l’ideatore di Ai Confini della Realtà aveva inserito e che alla produzione sembravano troppo costose.

 

Serling dopo qualche tempo venne inglobato dal mondo della pubblicità che sventolò la sua faccia come una bandiera promozionale per prodotti di ogni genere. La messa in onda del film TV Volo 1-6 Non Atterrate che raccontava la vicenda dell’equipaggio e dei passeggeri di un aereo di linea minacciati da una bomba a bordo poi, nonostante il record negli indici d’ascolto, gli creò ulteriori grattacapi a causa di un curioso fenomeno di imitazione che fece registrare un altissimo numero di telefonate minatorie alle compagnie aeree dell’epoca.

 

Continuò comunque a scrivere e la ABC arrivò addirittura a proporgli una sesta stagione di Ai Confini della Realtà, che però il Nostro decise di rifiutare, certo che non ci sarebbero state le condizioni sufficienti per farne un successo. Nel 1969 gli vennero affidate, senza garantirgli lo stesso controllo creativo che aveva avuto in passato, le sceneggiature di Nigth Gallery che avevano più o meno la struttura della serie che aveva reso celebre la CBS, pur con una maggiore componente orrorifica tanto che proponevano anche adattamenti dei grandi classici della letteratura dell’orrore come Aria Fredda di H.P. Lovecraft. La critica però stroncò gli episodi senza remore e Serling questa volta accusò duramente il colpo. La paranoia della vecchiaia divenne l’argomento principale di ogni sua intervista e quando, nel 1972, un giornalista andò a trovarlo nella sua casa di Yellow Spring vide solo un uomo stanco che conservava alla parete le critiche straordinarie che avevano avuto alcune sue sceneggiature e che continuava a fumare quattro pacchetti di sigarette al giorno.

Nel 1975, poi, improvvisamente, ma non troppo inaspettatamente, ebbe un infarto e morì sotto i ferri mentre i medici stavano cercando di salvargli la vita.

 

Aveva solo cinquant’anni.

 

Nota: In Italia l’uscita dei dvd prodotti dalla Dnc di tutte e cinque le stagioni ha fatto la gioia sia degli affezionati della serie che dei neofiti che hanno potuto così riscoprire gli episodi nel migliore dei modi, grazie anche ad una qualità video a dir poco eccellente e una serie di extra che recuperano tutto il materiale disponibile.

 

Fonti:

Aleksandar Mickovic e Marcello Rossi, “Ai Confini della Realtà” libretti volume 1,2,3,4,5 contenuti in Ai Confini della Realtà, DVD a cura di DNC Entertainment, 2006-2007

Rod Serling, “Ai Confini della Realtà” Solaria 2001, introduzione di T.E.D. Klein, Fanucci Editore, Roma 2001. pp.21-2

Stephen King, “Danse Macabre” Edizioni Teoria, Roma- Napoli. pp. 245-255

 

 



scritto da: Francesco Cortonesi


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