a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




FRAGILE - recensione

Titolo: FRAGILE
Titolo originale: Fragile
Regia: Jaume Balagueró
Interpreti: Calista Flockhart, Richard Roxburgh, Colin McFarlane, Elena Anaya, Gemma Jones, Yasmin Murphy, Colin McFarlane, Michael Pennington
Anno: 2005

Dopo i buoni successi di critica e pubblico ottenuti con i precedenti Nameless e Darkness, Balaguerò, sempre supportato da Julio Fernandez alla produzione, torna sugli schermi con una storia dal plot essenziale. La location ospedaliera, il fantasma di una bambina che vuole vendicarsi di un torto subito, il protagonista che affronta una sorta di redenzione, sono tutti topoi ritratti infinite volte nel cinema horror.

 

Buona la prova della Flockhart, a suo agio anche fuori dalle vesti di Ally Mc Beal, altalenante il resto del cast. Da menzionare il colpo di scena finale che risolleva le sorti del film.  Peccato che Balaguerò non sia riuscito a trattenersi dal mostrare ciò forse sarebbe stato meglio solo suggerire: il rischio di cadere nel ridicolo è infatti in questi casi sempre in agguato.

 

L'isola di Man ospita il Mercy Falls, un ospedale in procinto di chiudere. Per facilitare l'assistenza ai bambini, viene chiamata da Londra l'infermiera Amy Nichols (C. Flockhart), che si trova però ben presto immersa in un turbine di orrori. Tra ossa di bambini fratturate enigmaticamente e cigolii sinistri, fa capolino la leggenda di una “bambina meccanica”, ospite dell'ospedale da oltre quarant'anni, sulla quale Amy cercherà di far luce aiutata dalle visioni della piccola Maggie.

 

La scelta di avventurarsi su un terreno non facile come quello della ghost story è assai rischioso, perché il rischio di scadere in ingenuità o in situazioni pacchiane è sempre dietro l'angolo, nonostante gli appassionati e una certa fetta di pubblico "di bocca buona" siano comunque sempre pronti a passar sopra ai difetti (anche a quelli più evidenti). E infatti il risultato finale risulta fortemente penalizzato dal confronto con i troppi, illustri, predecessori (The Ring, Il Sesto Senso, The Kingdom), oltre a perdersi proprio dove avrebbe dovuto risultare maggiormente incisivo.

 

La tensione non manca, ma spesso gli avvenimenti sono talmente prevedibili da lasciare indifferenti, senza contare il pessimo utilizzo della colonna sonora, con musiche invasive e spesso fuori luogo, che ottengono l'effetto indesiderato di far crollare miseramente la suspense.

 

Curiosamente la Walt Disney ha negato la possibilità di far apparire il suo La Bella E La Bestia durante una scena che vede alcuni bambini assistere alla proiezione, costringendo così la produzione ad utilizzare una versione diversa del classico cartone animato.



scritto da: Giulio De Gaetano


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