
Titolo: TODESKING (DER)
Titolo originale: Todesking (Der)
Regia: Jorg Buttgereit
Interpreti: Susanne Betz, Gerd Breitung, Ingo Buesing, Jorg Buttgereit, Heinrich Hebber, Andreas Doehler, Heinrich Ebber, Bela B. Felsenheimer
Anno: 1989
"Questo è il re della morte ed è colui che fa in modo che le persone non vogliano più vivere".
Film dark di quelli che più dark non si può, interamente improntato sul tema della morte e del suicidio.
Tanti i concetti provenienti dritti dritti dal postmoderno, con l'aggiunta di tracce di metacinema.
Un uomo decide di uscire dallo squallore della sua vita quotidiana uccidendosi dopo una sorta di identificazione con il suo pesce rosso. Un giovane affitta una videocassetta di un film sui nazisti e poi uccide la moglie incorniciandone successivamente le cervella. Un tizio disperato confessa ad una sconosciuta di aver ucciso la compagna, così lei cerca di ucciderlo per lenire il suo dolore. Un ponte visto come simbolo architettonico di tutti quelli che ci si sono suicidati. Una donna guarda con invidia due giovani fidanzati che si baciano nel sole di primavera che però, a sua insaputa, si suicideranno nel loro letto d'amore. Una ragazza si costruisce un supporto per la sua telecamera, poi va ad un concerto e fa una strage. Infine, un ragazzo in preda a forti mal di testa si sfonda il cranio sbattendolo sul muro. Tutto questo inframezzato da immagini di un cadavere che si decompone e una bambina che disegna il "Re della morte".
Ipnotico viaggio negli atroci e sconcertanti territori della morte autoinflitta, DER TODESKING non è certo una pellicola per tutti i gusti. Se da una parte può forse un po'peccare di presunzione, dall'altra dimostra ampiamente come il regista tedesco di Nekromantik e Schramm sia capace di confezionare un film a budget ridottissimo in grado di sconvolgere e far riflettere.
Jorg Buttgereit (chi se non lui?!) ci consegna (anno 1989) insieme al collaboratore di sempre Franz Rodenchirken questo film sperimentale, a tratti pseudo documentaristico, strutturato in sette piccoli episodi, tutti impregnati di un'atmosfera degna di una canzone dei Joy Division.
Attenzione però, le scene insostenibili che hanno reso cult Nekromantik qui sono quasi del tutto assenti, se si esclude l'evirazione di un prigioniero dei nazisti nel secondo capitolo (scena per altro tagliata nella versione in vhs) e l'intero episodio finale. E' soprattutto il concetto del terribile Re della Morte ad essere fondamentale in ogni storia, nella sua sconvolgente semplicità.
In dvd è uscita una "Special European Edition" con tanto di making of e altri contenuti extra. Se siete anche solo un po' esistenzialisti, questo è un film da non perdere!
Curiosità: sembra che il processo di decomposizione che si protrae per i sette episodi sia stato ottenuto mummificando gesso imbottito di carne putrida. A quanto pare il manichino è poi stato lasciato marcire in uno scantinato.
Naturalmente è stato ripreso a circuito chiuso.
Curiosità numero 2: c'è chi sostiene che inizialmente fosse stato previsto un ottavo episodio, in cui un esaltato si suicida e al suo funerale si presentano solo i becchini che finiscono per urinare sul suo cadavere.