a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




LAST HOUSE ON DEAD END STREET - recensione

Titolo: LAST HOUSE ON DEAD END STREET
Titolo originale: Last House On Dead End Str (The)
Regia: Roger Michael Watkins
Interpreti: Roger Michael Watkins, Ken Fisher, Kathy Curtin, Paul M. Jensen, Bill Schlageter, Steve Sweet, Pat Canestro, Edward E. Pixley
Anno: 1972

Girato nel 1972, per anni datato 1977 nel tentativo, all'epoca, di farlo passare per un sequel di Last House On The Left di Craven, il film aveva avvolto nella nebbia anche il nome del regista che risultava essere tal misterioso Victor Janos. Non è travolgente come qualcuno lo ha descritto ma è comunque un film da vedere a prescindere, senza se e senza ma.


Vero e proprio titolo maledetto, considerato fino a pochi anni fa un film misterioso e molto difficile da reperire, il film di Watkins ha visto alimentare la sua fama nel corso degli anni fino a spingere qualcuno a credere che la violenza fosse tutt'altro che una messa in scena. Oggi LAST HOUSE ON DEAD END STREET è invece privato di gran parte della sua aurea oscura in seguito alla sua uscita in dvd.



Terry Hawkins è un giovane regista che cerca di girare un film definitivo e con l'aiuto di alcuni amici decide di realizzare uno snuff. Una volta trovato un produttore di film porno interessato al progetto, Hawkins si mette al lavoro ma scopre che il produttore in questione ha intenzione di escluderlo dai propri guadagni. A quel punto il nostro decide, insieme alla sua cricca, di utilizzare il malcapitato (e non solo) per fare il film che ha in mente.



Girato da Roger Watkins che usò per l'occasione uno pseudonimo (Victor Janos appunto) LAST HOUSE ON DEAD END STREET venne realizzato utilizzando i 3000 dollari del budget in gran parte per comprare alcool e anfetamine che probabilmente contribuirono a rafforzare l'atmosfera malsana del film.



Ambientato quasi interamente all'interno di un edificio nei dintorni di New York il film doveva essere, nelle intenzioni dei produttori, qualcosa più di un lavoro semi amatoriale (girato tra l'altro piuttosto bene) e addirittura erano in programma uscite in vari festival internazionali.



Cause intentate da un membro del cast e interventi nel montaggio da parte della compagnia di distribuzione portarono però Watkins sull'orlo dell'esaurimento nervoso, che si ritrovò così con un film di soli 77 minuti contro i 115 iniziali. Watkins riuscì fortunatamente in seguito a recuperare almeno il montaggio originale, perdendo però 30 minuti di girato di cui ancor oggi non si ha notizia, tanto che per anni le uniche versioni in circolazione provenivano dalla copia in positivo della pellicola.



Il film è molto più affascinante che spettacolare e l'idea di portare in scena la storia degli autori di snuff invece che quella delle vittime, coadiuvata dal fatto di essere uno dei primi film sull'argomento, con almeno quattro o cinque anni di anticipo sul genere, gli conferisce la plumbea aurea maledetta di cui gode andando al di là delle immagini stesse.



La violenza infatti è quasi del tutto concentrata negli ultimi venti minuti, dove si intuisce chiaramente la presenza dei tagli, che però non riescono a cancellare l'incredibile e sconvolgente morbosità dell'operazione, che culmina nella celebre scena della zampa di cervo usata per sodomizzare il produttore inginocchiato.



Le scene delle torture subite dalla moglie del malcapitato sono praticamente insostenibili, tanto da essere quasi sicuramente la fonte d'ispirazione principale della violenza filmata in Hostel da Eli Roth, che in certe sequenze sembra riprendere pari pari il film di Watkins, ma senza riuscire minimamente a ricrearne l'atmosfera angosciante. Le maschere che gli attori indossano durante le torture inflitte a produttori e soci fanno veramente paura.



C'è da dire che LAST HOUSE ON DEAD END STREET ha comunque una sua certa morale, che mette in luce i lati oscuri del cinema e si chiude con una curiosa voce off montata successivamente, che cerca (senza riuscirci) di rincuorare lo spettatore ricordandogli che gli autori della mattanza stanno scontando 999 anni di carcere.



Curiosità: Watkins ha lasciato la nostra dimensione nel 2007. Aveva solo 59 anni.

 

Curiosità numero 2: Come detto, per anni LAST HOUSE ON DEAD END STREET è stato ammantato di mistero, tanto da essere scambiato da qualcuno per uno snuff. C'è da precisare che in pochissimi erano in possesso della rarissima videocassetta uscita all'inizio degli anni '80 e di certo si sapeva solo che sfruttava una delle frasi di lancio più note del genere: "It's only a movie! It's only a movie!", ideata per promuovere L'Ultima Casa a Sinistra di Craven.



scritto da: Francesco Cortonesi


comments powered by Disqus