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AL NUOVO GUSTO DI CILIEGIA - recensione

Titolo: AL NUOVO GUSTO DI CILIEGIA
Titolo originale: Brand New Cherry Flavour
Ideatore: Nick Antosca, Lenore Zion
Anno: 2021

In un anno non troppo generose di uscite televisive interessanti, ho affrontato la visione di Al nuovo gusto di ciliegia con curiosità ma senza grosse aspettative. Netflix sembra essersi ormai specializzata in serie per un pubblico che va dai 14 ai 25 anni, e io sono ormai tragicamente fuori target, ma gli occhioni di Rosa Salazar e una locandina stuzzicante mi davano qualche speranza.

Ho cominciato il primo episodio in maniera distratta, prima che una citazione di Cronenberg mi facesse alzare il sopracciglio rivelandomi che questa non sarebbe stata la classica serie del colosso dello streaming. Ma onestamente, non mi sarei mai aspettato niente di simile a quanto ho visto in questi otto episodi.

 


Partiamo dall'inizio: Lisa Nova (la Salazar) è una aspirante regista che ha girato un cortometraggio horror davvero shockante. Il famoso produttore Lou Burke (Eric Lange) lo vede e la contatta per trasformarlo in un lungometraggio. Tutto bene, non fosse che Hollywood si rivela sempre più stronza di quanto appare a un primo momento: Burke cercherà di estrometterla dalla regia, Lisa si rivolge a una strana tatuatrice strega (Catherine Keener) per vendicarsi di lui e... succederà di tutto. Davvero di tutto. Con pasti schifosi, gattini che vengono fuori da posti inaspettati, zombie, sangue, tragedie e follia.

 


La serie è ambientata nella Los Angeles degli anni '90, e gli showrunner Lenore Zion e Nick Antosca sono riusciti a ricreare un'ambientazione allo stesso tempo credibile e irrealistica. Luci al neon, grande attenzione a ogni singola inquadratura, look curati nel minimo dettaglio, le citazioni giuste (molto Lynch, molto Refn), un casting davvero ben fatto e anche moltissima faccia tosta nel non fermarsi (quasi) di fronte a nulla. Brand new cherry flavour è un gustoso mix di suggestioni classiche (zombie, infermiere pericolose, voodoo, vendetta) e viaggi lisergici, che più di una volta mette alla prova lo spettatore con ribaltamenti della prospettiva che sono riusciti a cogliermi di sorpresa.

 


Tecnicamente, la serie è di ottimo livello: degli attori ho già parlato, le musiche e gli effetti sonori sono piacevolmente morbosi, così come il comparto luci (o oscurità?) fa la sua parte nel creare l'atmosfera perfetta. Al nuovo gusto di ciliegia riesce a camminare sul sottile (?) filo che divide sensualità e schifo. Qualcuno cadrà da una parte, molti dall'altra, ma un simile equilibrismo è da premiare. Gli effetti visivi sono molto pratici e si potrebbero definire vintage, non hanno troppo spazio ma riescono a ritagliarsi un ruolo importante nel complesso della storia.

 


È questa una serie dove non tutto funziona, e anzi molto non funziona. È decisamente troppo lunga, malgrado sia composta di soli otto episodi e malgrado nei momenti davvero riusciti riesca a trovare un mood ipnotico, lento e circolare che ti ammalia. Ci sono un paio di puntate di troppo tra flashback non esattamente necessari e momenti in cui la storia sembra arenarsi. Alcuni personaggi di contorno sembrano essere messi lì solo per fungere da contorno freak che per reali esigenze di trama. La risoluzione stessa della storia non mi ha lasciato pienamente soddisfatto, dopo tanto sforzo preparatorio mi sarei aspettato una esplosione più potente.

 

 

Nonostante tutto questo, Al nuovo gusto di ciliegia è stato una boccata d'aria fresca, perché sentivo davvero il bisogno di una serie capace di osare. Probabilmente è troppo grottesca e morbosa per piacere a tutti, e forse anche la maggior parte degli appassionati di horror la troverà lenta e eccessiva. Ma datele una chance, potrebbe sorprendervi.



scritto da: Michele Borgogni


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