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SOPRAVVISSUTI ( I ) - recensione

Titolo: SOPRAVVISSUTI ( I )
Titolo originale: Survivors
Ideatore:
Anno: 1975
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Nota: il seguente articolo contiene esclusivamente la storia della nascita dell’idea de I Sopravvissuti.

Non ci sono spoiler, quindi leggete pure tranquillamente.

 

Il 1975, in Inghilterra, era cominciato all’ombra di un onda moralizzatrice che, in pochissimo tempo, si sarebbe gonfiata così tanto da produrre inevitabilmente gli effetti opposti. Margharet Thatcher era infatti stata eletta leader del nuovo partito conservatore inglese e di fatto aveva dato il via alla sua scalata politica che l’avrebbe portata, quattro anni dopo, ad essere eletta primo ministro. Nel frattempo, la Guerra Fredda era ancora profondamente sentita e la paura di un eventuale attacco atomico era ben al di là da essere vinta.
Ovvio quindi che, quando a Terry Nation venne in mente di dar vita a una serie in cui i protagonisti si trovavano costretti a cercare di sopravvivere in un Inghilterra decimata da una epidemia che aveva lasciato in vita solo una persona su mille, l’immaginario del pubblico era in qualche modo già pronto a proiettare su questa idea le proprie ansie.


Nation, all’epoca piuttosto famoso per aver ideato i terribili nemici del Dottor Who, decise però di non utilizzare la guerra nucleare come start up del proprio soggetto e preferì mettere i propri personaggi alle prese con una spaventosa epidemia di influenza.
Del resto, solo sette anni prima, a Hong Kong, una pandemia influenzale aveva causato quasi un milione di morti e aveva riportato sotto gli occhi di tutti, l’ipotesi di un contagio globale che pareva ormai del tutto superata. In più, nel 1974, proprio a Londra, a gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato una malattia tropicale che aveva colpito più di duecento persone, catapultando nel panico l’intera città.
Improvvisamente i virus erano tornati a fare paura.

Oltre alla pandemia, Nation decise di puntare sulle difficoltà che i protagonisti avrebbero trovato nel tentativo di ricreare una società frugando tra le ceneri di quella precedente. Con il suo continuo e inesorabile progresso infatti, la civiltà aveva concesso ai suoi abitanti sempre più agi, privandoli però delle capacità necessarie per potersela cavare facilmente in un mondo improvvisamente mutilato di luce elettrica, riscaldamento e con i generi di prima necessità in rapida scadenza.L’idea di Nation era quindi quella di dar vita a un pianeta in cui il passare del tempo si dimostrava terribilmente devastante perché, deteriorando quanto aveva prodotto, proiettava il futuro verso un inesorabile quanto letale regresso.

Il soggetto dello sceneggiatore inglese era nato nel 1973 ed era stato proposto a Andy Osborne della BBC, insieme agli script di quattro storie complete. L' intenzione era quella di investire tutto quanto sui personaggi, cercando di rendere estremamente conflittuali i rapporti tra loro, dato che ognuno di questi era, almeno istintivamente, egoisticamente portato a cercare di cavarsela anche a discapito degli altri. Quando però la produzione fu affidata a Terence Dudley, le cose per l’ideatore de I Sopravvissuti cominciarono a rivelarsi più difficili del previsto. Dudley aveva infatti intenzione di basare la serie soprattutto sulla riconquista delle tecnologia, rendendo le puntate meno cupe e più ottimiste. Nonostante le divergenze però, i due riuscirono ad arrivare ad un primo compromesso che, se pur non privo di punti oscuri, se non altro permise di dare il via alle riprese il 5 gennaio 1975.

Con due unità a disposizione e la campagna isolata della contea dell’Herefordshire e Worcestershire come set, i registi Pennants Roberts e Terence Williams si buttarono anima e corpo nell’avventura cercando di concentrare il lavoro in un lasso di tempo veramente esiguo, in modo da poter essere pronti per la messa in onda programmata per l’aprile di quell’anno. Il 16 Aprile 1975, quando la serie sbarcò sui teleschermi inglesi, solo sei episodi erano stati girati e neppure Nation aveva la ben che minima idea di che piega avrebbero preso le cose. Di certo molto sarebbe ovviamente dipeso dal successo o l’insuccesso ottenuto.

La critica, almeno inizialmente, accolse piuttosto freddamente I Sopravvissuti tanto che molti azzardarono l’ipotesi che la serie si sarebbe rivelata un disastroso flop.
Invece, nonostante il pessimismo della stampa e un lancio pubblicitario sotto tono, la creatura di Terry Nation cominciò a conquistare velocemente il cuore del pubblico, guadagnandosi quasi otto milioni di spettatori a episodio e diventando, grazie al passa parola, in pochissimo tempo, vero fenomeno di culto. Nonostante tutto però, la produzione decise di ridurre il tempo dedicato alla realizzazione delle puntate e di ambientare le ultime quasi esclusivamente all’interno di Hampton House, uno straordinario maniero rinascimentale da usare come base stabile dei protagonisti impegnati a cercare di riprendersi il futuro.


Ad affiancare Terry Nation nella stesura delle sceneggiatura era intanto arrivato anche l’amico Clive Exton che però, in breve, si trovò in totale disaccordo con il produttore. Nonostante i contrasti comunque, le puntate della prima stagione non persero smalto e anzi, al contrario si fecero via, via più feroci, fino a rendere moralmente ambigui anche alcuni dei personaggi principali della serie.  I Sopravvissuti chiuse i battenti nel Luglio del 1975, facendo registrare ancora altissimi indici di gradimento e la decisione di proseguire l'avventura, pur conoscendo l’intenzione sempre più evidente di Nation di abbandonare la serie, dalla produzione era già stata presa.

 

I primi ciak della stagione 2 furono fissati per il Gennaio del 1976. Decisamente tardi per una serie che sarebbe dovuta andare in onda in primavera. Sicuramente la causa principale di questo ritardo fu il contrasto tra Nation e il produttore Terence Dudley che aveva finito per prendere I Sopravvissuti in mano e costringere Nation a dedicarsi ad altro. Occorre dire però che i nuovi sceneggiatori chiamati da Dudley si erano trovati davanti alla necessità di riscrivere buona parte dello script per apportare i fisiologici cambiamenti alla sceneggiatura di base dopo aver valutato gli indici di gradimento. Quindi a conti fatti tanto di meglio non si sarebbe potuto fare. 

 

Le modifiche decise furono comunque molto più nette di quanto ci si potesse aspettare. I lavori di restauro progettati ad Hampton Court costrinsero infatti gli autori a rinunciare alla location principale che nel frattempo avevano anche deciso di eliminare uno dei protagonisti. Nonostante questo però la nuova serie fu accolta molto bene da critica e pubblico che apprezzarono la vena più realistica e coerente della storia nonostante la maggiore frammentazione degli episodi. Il successo ottenuto ovviamente fece immediatamente scattare la messa in produzione di una terza serie. Eppure, nonostante tutto sembrasse andare per il verso giusto, all’interno della torupe serpeggiavano alcuni malumori. In molti infatti erano convinti che la quasi totale mancanza di scene di azione avesse indirizzato I Sopravvissuti verso la strada del non ritorno.  Invece, a sorpresa, la messa in produzione della stagione 3 fu confermata quasi subito.

 

Durante la fase di stesura di questa nuova stagione Dudley decise nuovamente di stravolgere tutto.  L’idea era quella di concentrarsi sulla “speranza” in modo da dimostrare che nonostante tutto i protagonisti ancora non avevano smesso di credere nel progresso. Si decise inoltre di optare per dodici episodi invece che tredici come era accaduto per le altre due stagioni.  La stagione 3 non ottenne il successo sperato anche perché il giubileo d’argento in cui la regina Elisabetta celebrava i venticinque anni del proprio regno, finì per oscurare qualsiasi palinsesto televisivo che non avesse strettamente a che fare con la Union Jack e la famiglia reale. Quando quindi iniziarono le discussioni per decidere se mettere in produzione o no una stagione 4 in molti si dichiararono contrari, a partire dal capostruttura per la serie della BBC, Ronnie Marsh che riteneva i costi troppo alti se paragonati alle aspettative di una serie che secondo lui aveva ormai detto tutto quello che c’era da dire.

 

In verità Ian McCulloch, l’attore protagonista di tutte e tre le serie che si era occupato anche di alcune sceneggiature, aveva avuto un’idea davvero interessante che prevedeva l’arrivo di alcuni “invasori” da un luogo sconosciuto. Con il dipanarsi della trama si sarebbe infatti scoperto che si trattava di una popolazione africana che al contrario dell’Inghilterra non aveva sofferto particolarmente la pestilenza e che quindi avrebbero in qualche modo dato il via a una sorta di “colonialismo alla rovescia”. Purtroppo non se ne fece nulla e così I Sopravvissuti chiuse definitivamente i battenti.

 

Nel 2008 la BBC ha deciso di riprendere in mano il romanzo che Terry Nation aveva scritto subito dopo la messa in onda della prima stagione e di far partire una nuova serie intitolata Survivors che non fosse quindi un remake ma una sorta di spin off. Purtroppo però, a causa dello scarso interesse dimostrato dal pubblico la serie è stata sospesa dopo la seconda stagione.

 

Questa comunque è un’altra storia…





IL DVD: Ottimo il dvd italico della Yamato VideoDolmen che recupera tutte e tre le stagioni originali con anche gustosi extra come le interviste ai protagonisti 30 anni dopo. Da avere.

Fonti:
Booklet Survivors – I sopravvissuti – a cura di Yamato Video - Dolmen.
www.serietv.net
www.sopravvissuti.altervista.org
www.memorabletv.com/showss/survivors.htm
www.tv.com_




scritto da: Francesco Cortonesi


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