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SPLATTERPUNK FIGHTING BACK - recensione

Titolo: SPLATTERPUNK FIGHTING BACK
Titolo originale: Splatterpunk Fighting Back
Autore: AA VV
Anno: 2019

Questa antologia curata da Jack Bantry e Kit Power (tradotta nella nostra lingua da Nicola Lombardi) contiene 11 racconti inediti in italiano scritti da autori contemporanei: Bracken MacLeod, Tim Curran, Adam Millard, WD Gagliani e Dave Benton, Glenn Rolfe, Matt Shaw, Duncan Ralston, Rich Hawkins, George Daniel Lea, John Boden e Kristopher Rufty. Non vuol essere un semplice omaggio agli anni '80 e alla storica raccolta curata da Paul M. Sammon, ma un'occasione per dimostrare la vitalità di una poetica che sa dare il meglio di sé, in prosa, nel racconto breve.

 


Lo splatterpunk è morto? Figuriamoci. Le intuizioni di BarkerBriteSchowSkipp e Spectorsono state metabolizzate da milioni di lettori e fanno ormai parte degli strumenti del mestiere di scrittori e registi di tutto il mondo; lo splatterpunk spunta a sorpresa perfino nei western (Bone Tomahawk)! 

 


Suggerisco vivamente di non leggere i racconti in ordine cronologico: i primi tre (specialmente il terzo) non rendono giustizia al livello complessivo della raccolta, che ha vinto lo Splatterpunk Award 2018 come “Best Anthology”.

 


Veniamo alla tracklist.

“Nuotano di notte” di Adam Millard è scorrevole e si legge bene ma si dimentica altrettanto facilmente. L'idea di partenza non è delle più innovative; la caratterizzazione dei personaggi e delle loro motivazioni poteva essere più approfondita. Non è un brutto racconto, ma varcando la soglia di un'antologia splatterpunk io mi aspettavo un inizio col botto. 

“Melvin” di Matt Shaw sviluppa un'idea originale, divertente ed estrema, ma è alquanto breve e semplice.

“Terapia di morte” di Bracken Macleod è il meno bello della raccolta, almeno per i miei gusti; parte da uno spunto interessante, mette in scena smembramenti e sangue, ma questo non basta per catturare l'attenzione del lettore.

“La passione dei Robertson” di Duncan Ralston è il primo ottimo racconto dell'antologia: si tratta della storia davvero de-fi-ni-ti-va nel sottogenere “horror natalizio”, con atmosfere, immagini e idee che difficilmente lasceranno indifferente il lettore.

“Schegge d'inferno” di Rich Hawkins mette in scena un'apocalisse lovecraftiana come non si era mai vista (almeno: come io non l'avevo mai vista). Ha descrizioni e dialoghi efficaci e un finale perfetto; fa venire una gran voglia  di leggere altre storie ambientate nello stesso universo narrativo. Rich Hawkins: un nome assolutamente da segnarsi.

“Molly” di Glen Rolfe è molto divertente e ben scritto; pare uscito dalla gloriosa rivista Splatter.

“Solo gli angeli lo sanno” di George Daniel Lea porta il lettore lontano dai territori dell'horror commerciale per stabilire un nesso tra horror e arte contemporanea.

“Arto fantasma” di Tim Curran (autore di Cannibal Corpse e Dead Sea, tradotti in italiano da  Dunwich Edizioni) è un pezzo magistrale sul tema della perdita, dell'inconscio e del doppio.

“La casa dei macellai” di WD Gagliani e Dave Benton (estratto dal romanzo Killer Lake) farà la gioia degli appassionati di rape & revenge e del gotico rurale. Al giorno d'oggi non c'è cosa più difficile che raccontare come si deve le avventure di una famiglia di redneck cannibali: questo racconto offre degli spunti essenziali per chiunque voglia cimentarsi nell'impresa.

“Il prezzo da pagare” di John Boden è un breve ma inquietante incubo surrealista.

“Il problema di Darla” di Kristopher Rufty chiude l'antologia in bellezza; tutto giocato sulla tensione e sulla sorpresa finale, è incredibilmente vivido nella descrizione degli stati d'animo del protagonista e nelle scene d'azione.

 


E le altre antologie curate da Bantry e Power, Splatterpunk's Not Dead (2016) e Splatterpunk Forever (2019)?

Non c'è dubbio, vogliamo anche quelle, al più presto.



scritto da: Andrea Berneschi


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