Per la rubrica VISIONI IMMORTALI presentiamo "La Casa" (1981) di Sam Raimi!

Chi non conosce La Casa di Sam Raimi, horror cult per eccellenza, fonte di infiniti terrori infantili (negli anni '80, quando veniva trasmesso in prima serata anche su Rai Tre) e poi di divertimento adolescenziale? A quanto pare, purtroppo, questo film è ignorato da molti spettatori delle nuove generazioni, che al titolo associano solo lo scialbo remake firmato nel 2013 da Fede Alvarez.
La storia è semplice: cinque amici (Ash, Scott, Cheryl, Linda e Shelly) hanno la bella idea di passare il weekend in una catapecchia isolata tra i boschi. Esplorandola trovano un registratore. Lo azionano e ascoltano le ultime parole di un archeologo: questo racconta della sue ricerca di un libro maledetto; mentre lo fa, da vero incosciente, pronuncia la formula magica per evocare i demoni kandariani. E i demoni, ovviamente, si risvegliano, intenzionati a prendere possesso dei corpi dei ragazzi.
Sam Raimi (regista) e Bruce Campbell (attore principale) avevano rispettivamente venti e ventuno anni quando iniziarono a occuparsi del film, ed erano dei perfetti sconosciuti. Raimi riuscì a trovare 350.000 dollari di finanziamento facendo vedere in giro un cortometraggio in 8 mm (Whitin the Woods, disponibile gratuitamente qui su Youtube, costato 1600 dollari) che in mezz'ora prefigura trama e scelte di regia di Evil Dead (titolo originale de La Casa).
Detto questo, da dove viene il clamoroso succeso del film? Provate a guardarlo e lo scoprirete. A distanza di quarant'anni resta una pellicola a cui è impossibile essere indifferenti.
Vi piacerebbe che i vostri amici, la vostra fidanzata, i vostri parenti più cari si trasformassero all'improvviso in mostri assetati di sangue, animati nei vostri confronti da un istinto omicida sena fine? Vi piacerebbe essere costretti a difendervi, dover usare contro di loro lo stesso livello di violenza? E se, a tratti, rispuntassero fuori le personalità originarie delle persone che avete amato? Che spettacolo, eh?
È difficile trovare un sottotesto “di spessore” a La Casa: è tutto azione, fisicità, scontro. Sam Raimi usa il tema della possessione demoniaca come scusa per mostrare un incubo di aggresività come mai si era visto al cinema. Uomini e donne prima ragionevoli e simpatici perdono in un istante la ragione, l'espressione umana e diventano creature diaboliche. Forse peggio degli zombie di Romero, che almeno non hanno una volontà altra, consepevolmente maligna, e non parlano con una voce che non è la loro.
Questo film è un incubo così carico che a volte scivola (volontariamente) verso la slapstick comedy (sarà il segno distintivo di La Casa 2 e L'Armata delle Tenebre, che completano la trilogia).
Oltre a essere ancora genuinamente spaventoso e divertente, La Casa ha avuto il merito di far decollare la carriera di Raimi, che in molti altri suoi film (non ultimo Doctor Strange nel multiverso della follia) ripesca da qui fortunate intuizioni, temi (morti che camminano, libri maledetti, possessioni e demoni) e tecniche di ripresa.
Pellicola incredibile, che ha fatto scuola riscrivendo i codici del filone horror. Chi non la conosce si deve solo vergognare: per espiare reciti invocazioni kandariane fino a che non sente qualcosa che bussa alla finestra.
Curiosità n. 1: “Quello che Sam Raimi realizza con La Casa è un arcobaleno nero di orrori” dichiarò dopo la visione del film Stephen King.
Curiosità n. 2: Le riprese furono un vero e proprio calvario. Una volta terminate, la baracca abbandonata in cui erano state girate la maggior parte delle scene venne distrutta da un incendio.