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GRAVITY (recensione): astronauti alla deriva!

La dottoressa Ryan Stone è un brillante ingegnere alla sua prima missione a bordo di uno shuttle. Quella che sembrava una normale passeggiata nello spazio si trasforma in una catastrofe a causa di un evento a catena innescato da un incidente avvenuto a bordo di un satellite russo. All’impatto con i detriti del satellite sopravvivono solo la dottoressa Stone e l’esperto astronauta Kowalski che restano collegati l’uno all’altra e fluttuanti nell’oscurità. Quando la paura si trasforma in panico ogni boccata d’aria riduce il poco ossigeno rimasto. Ma l’unico modo per tornare a casa è raggiungere una base orbitante evacuata qualche mese prima…

 

Vincitore di ben 7 premi Oscar. In realtà un po’ sopravvalutato. 

 

Ok, la vicenda è adrenalinica e nonostante per più di metà film ci sia solo la Bullock in scena, il ritmo è piuttosto rutilante. Sostanzialmente novanta minuti da buttar giù tutti d’un fiato. Ciò che accade però si svolge seguendo un canovaccio decisamente scontato e alla fine di sorprendente c’è ben poco.

 

La sceneggiatura inoltre non offre particolari spunti di riflessione e gli snodi narrativi sono al minimo sindacale. Di contorno il personaggio interpretato da George Clooney. Di fatto una spalla senza troppo spessore che ha comunque il pregio di rendere la storia dinamica.

 

Notevole invece la regia. Impossibile non sentirsi ipnotizzati dalle meravigliose e allo stesso tempo ansiogene immagini digitali della Terra vista da lassù mentre gli astronauti vanno alla deriva.

 

Locandina non particolarmente azzecata. Ha un ché di fantozziano. Un po' fa ridere.

 

Se cercate un film per trascorrere una serata comodi in poltrona senza porvi troppe domande e siete disposti a passar sopra a una certa prevedibilità, questo è il film che fa per voi.

 

Ottimo il blu ray italico con tanti contenuti speciali, anche se la versione 3D non è così fondamentale. A tratti impressionante è vero, ma per godersi il film non è assolutamente necessaria.

 

Curiosità numero 1: lo scenario proposto nel film purtroppo non è pura fantascienza ma anzi si basa su un ipotesi molto reale. Prende il nome di  “sindrome di Kessler” dallo scienziato della NASA Donald J. Kessler, che per primo propose la teoria nel 1978.

 

Curiosità numero 2: Alfonso Cuaròn, regista di culto noto ai più per aver diretto “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban  e “I Figli Degli Uomini”  vive in Italia. Abita a Pietrasanta, in Toscana.

 

Curiosità numero 3: tra i 7 Oscar vinti da GRAVITY spicca quello per miglior regia.



 

 

 

 

 

 

 





scritto da: Francesco Cortonesi, 11/07/2014


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