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JAMES HERBERT: R.I.P. Superstite

Il mondo è piccolo, quello degli appassionati di horror anche di più. Difficile passi inosservata la notizia che ci ha lasciati uno dei più interessanti e prolifici autori della narrativa horror/sf britannica del XX secolo, James Herbert. Aveva 69 anni e una carriera di tutto rispetto alle spalle: rivelatosi con alcuni romanzi di fantascienza catastrofica fortemente screziata da elementi orrorifici (La Nebbia, edito anche in Italia nella collana da edicola Mondadori Urania; il ciclo dei ratti, il cui secondo capitolo, L’orrenda Tana, era stato anch’esso tradotto per Urania) per poi consacrarsi al terrore soprannaturale di romanzi come Il Superstite, La Reliquia, Il Sepolcro, La Pietra Della Luna, Stregata, Satana. Non disdegnava sperimentazioni e contaminazioni di generi, come per il romanzo Fluke / L’uomo Cane, originale e divertente variante fantastica sul tema della reincarnazione. Di lui mi piace ricordare la filosofia di fondo, fortemente anti-manichea e presente in tutti i suoi libri: “non esistono assoluti, nessuno è totalmente buono o totalmente malvagio. Perfino Hitler voleva bene al proprio cane” (J.H.)

 

Molti suoi romanzi erano diventati film, alcuni di successo (dal Superstite David Hemmings aveva tratto una pellicola che segnò il suo esordio alla regia, Survivor / L’aereo Maledetto): lascia un’eredità difficile da raccogliere, una concezione tradizionalista eppure aperta all’innovazione del genere. La terra ti sia lieve, James: da tanto, troppo tempo non venivi più tradotto da noi. Mi mancavano i tuoi lavori e adesso mi mancherai tu.



scritto da: Corrado Artale, 21/03/2013


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